Ricordarsi di stare dritte è veramente possibile?
Quante volte hai sentito dire che bisogna stare con la pancia in dentro e il petto in fuori? Ti sei sentita come un pesce fuor d’acqua nel tuo corpo? Non sapevi cosa fare delle braccia? Di quelle lunghe gambe?
Se pensiamo alla postura, e allo stare dritti, ci vengono in mente immagini diverse. Se si pensa a un modello estetico esterno a noi, pensiamo alla leggerezza alla bellezza. Se rapportiamo lo stare dritti al nostro corpo, ecco che le immagini cambiano. Si pensa ai i libri sopra la testa, al trattenere il fiato, irrigidire la muscolatura della schiena. In tutte queste sensazioni c’è l’idea dello sforzo, del bloccare qualcosa.
Sforzarsi significa fare fatica, e non è esattamente il modo in cui vorremmo imparare qualcosa di nuovo. Se dovessimo scegliere, cercheremo sempre la piacevolezza e la sensazione di benessere al raggiungimento di un risultato. Si crede però che questo non sia possibile, che per imparare, cambiare serva soffrire.
Certamente cambiare implica un certo grado di sforzo, derivante dal cambio di abitudini e mentalità. Il processo che si innesca spesso è così difficile che interrompiamo il percorso. Ci serve troppa energia.
Le nostre abitudini, anche quelle negative, spesso hanno la meglio.
Cambiare postura è difficilissimo perché il nostro organismo, il nostro sistema nervoso non conosce un altro modo di stare eretto. Come ricordarsi di stare dritte? è veramente possibile farlo?
Il modo in cui ci muoviamo fa parte della nostra auto-immagine, così come sappiamo di avere gli occhi blu e i capelli rossi, ci riconosciamo inconsciamente nell’immagine di noi con le spalle curve, il ventre in avanti o la testa abbassata.
Noi siamo quell’immagine lì, anche se non lo vorremmo.
La strategia più comune è quella di fare molti esercizi addominali, di contrarre costantemente l’addome. Questa soluzione però porta alla mancanza di flessibilità. La bellezza è data dalla fluidità dei movimenti non dalla staticità!
La novità è che cambiare postura è possibile farlo senza sforzo.
Scoprire come è bello sentire lo spazio nel torace, la leggerezza delle spalle e dei movimenti si raggiunge attraverso l’ascolto di sé, l’osservazione amorevole di quello che si è e l’esplorazione di altre opzioni di movimento. Tutte queste sensazioni portano a migliorare e a costruire un’auto-immagine diversa.
Solo un lavoro profondo sulla percezione del corpo, dei propri movimenti e dunque della immagine che inconsciamente ci si crea di sé porta a definirsi in modo nuovo.
Questo processo avviene solamente attraverso il movimento. Noi siamo sempre in moto, solo il respiro ( che infatti influisce sulla postura) muove moltissime parti del corpo ed è così che fin dall’infanzia si crea la percezione di noi. Pensate a un bimbo che muove in continuazione le braccia e le gambe, mette in bocca tutto quello che può e sperimenta l’equilibrio. L’essere umano apprende come stare in piedi attraverso continue prove e tentativi. È con la stessa modalità fatta di sperimentazioni i, osservazione e curiosità che insegno a ascoltarsi, entrare in contatto con se stessi e migliorare la postura. Dunque non è possibile ricordarsi di stare dritte ma si può cambiare postura, sentendosi più slanciate, aperte, flessibili, lavorando sulla propria auto-immagine.
Una piccola prova da fare a casa
Prova da sola a sentire la differenza.
Ti indico l’inizio di una lezione più complessa che subito ti fa percepire la differenza tra un lato e l’altro del tuo corpo.
Seduta, sul bordo anteriore della sedia con i piedi appoggiati bene a terra
Chiudi gli occhi e porta una spalla in avanti. Fallo parecchie volte.
Osserva il respiro, se si ferma. Lì in quel punto, ti chiudi e c’è poco spazio per l’aria.
Ora fai il movimento opposto. Porta la stessa spalla indietro. Lascia che si crei spazio davanti. Porta l’attenzione all’aria che riempie tutta la parte alta del torace, che si espande dalla scapola alla clavicola. Fallo parecchie volte
Senti la differenza tra una spalla e l’altra? C’è un lato più aperto e leggero?
Portare la consapevolezza in un punto cambia la percezione, un lavoro di attenzione e ascolto costante di sé provoca un cambiamento rivoluzionario quieto e gentile del modo in cui ci muoviamo e della nostra postura.