Possono la ginnastica dolce e il metodo Feldenkrais essere considerati simili?
Alcuni direbbero di sì. Ci sono apparentemente delle similitudini. Vediamo in modo specifico in cosa consistono le lezioni di ginnastica dolce e del Metodo Feldenkrais.
Ginnastica dolce
Nella ginnastica dolce i movimenti sono piccoli e lenti, non ci si sforza più di tanto e il respiro viene ritmato con il movimento. C’è spesso un modo giusto di fare l’esercizio e si seguono le istruzioni dell’insegnante. Viene messa della musica rilassante e si invita a muoversi secondo il ritmo. Altre volte invece il ritmo viene scandito dall’istruttore.
Si eseguono degli esercizi e le persone che frequentano il corso hanno aspettative di tonificazione. Sperano infatti che faccia dimagrire e si bruci grassi senza faticare troppo. Vogliono “muoversi un po’”, rilassarsi e sentirsi attive. Spesso vorrebbero mobilizzare la colonna vertebrale perché hanno mal di schiena.
Il metodo Feldenkrais
Cosa è e in cosa si differenzia dalla ginnastica dolce?
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- La lentezza: Il Metodo Feldenkrais viene spesso confuso con la ginnastica dolce perché all’inizio del percorso si chiede all’alieno di compiere gesti piccoli e lenti ed evitare gli sforzi.
L’enorme differenza è che questi gesti non sono ripetizioni meccaniche volte a eseguire un esercizio ma vere e proprie esplorazioni corporee. Sotto questo punto di vista andare piano non è una leziosa modalità di muoversi. Serve a riconoscere tensioni latenti, sforzi muscolari che impediscono la fluidità e la leggerezza del movimento.
Riconoscere i propri sforzi diventa il primo passo per produrre un miglioramento.Muoversi lentamente inoltre affina l’osservazione. Come quando si attraversa in macchina un meraviglioso paesaggio e si va piano per goderne appieno, così quando si presta attenzione ai gesti, si percepiscono le connessioni che sviluppano nel corpo
- Gli sforzi: anche qui pare che ginnastica dolce e Metodo Feldenkrais si accomunino. In realtà la mancanza di sforzo nel Metodo Feldenkrais è ricercata come uno degli obiettivi principali. È la grande sfida del metodo: non sfidarsi, non fare cioè di più di quello che la nostra organizzazione motoria ci permette in quell’istante. Tutti siamo stati abituati a cercare sempre di fare di più, sopratutto nelle discipline fisiche.
Qui invece la mancanza di sforzo è ricercata. Il Metodo Feldenkrais infatti intende creare nuovi input per il sistema nervoso, dare informazioni al cervello non vuol dire allenare i muscoli. Si attivano infatti tutti gli organi di senso e i propiocettori disseminati nel nostro corpo.
Spesso anzi si tende a porre l’allievo in posizioni talmente inusuali che diventa veramente una sfida non forzare. Noi insegnanti Feldenkrais diciamo:
“rendere comodo ciò che è scomodo”
Le lezioni possono essere talmente complesse, si può arrivare a testa in giù, saltare, fare grandi capriole ma ci si arriva solo se si è in grado di rispettarsi, cioè di non sforzarsi e accettare con naturalezza capacità e limiti.
- Il respiro: il respiro non è mai ritmato nel Metodo Feldenkrais. Non si interferisce insegnando un modo giusto e sbagliato di respirare in relazione al movimento. Il respiro è fondamentale e si esplora in tutte le sue potenzialità, tanto che si scopre come anche solo respirando ci si muove.
Il respiro è parte integrante della scoperta.
- Il ritmo: su questo punto il Metodo Feldenkrais è chiarissimo. Ogni persona deve seguire il suo personalissimo ritmo. Altrimenti non ci sarebbe esplorazione, non si scoprirebbero le potenzialità del proprio corpo. Può essere suggerita una variazione di ritmo da veloce a lento o vice versa. Diventa questa un’altra ricerca sulle variazioni, per osservare cosa significhi uscire fuori dalle abitudini motorie e adottare un altro stile ma mai si richiede agli allievi una cadenza ritmica predefinita.
Le differenze insomma tra la ginnastica dolce e il Metodo Feldenkrais sono moltissime e rilevanti. Nulla più del Metodo Feldenkrais dona la capacità di osservarsi e prendersi cura di sé in modo rispettoso, senza imporre un modello precostituito ma permettendo di valorizzare le proprie unicità.